Chi non muore si rivede: quando la Reputazione viene distrutta
In questo articolo ti voglio parlare di come la reputazione possa venire devastata da delle notizie false fatte circolare per gelosia o per pura ignoranza.
Lo farò raccontandoti la storia di due famosi personaggi dello spettacolo che sono stati pesantemente colpiti nella loro reputazione e questo li ha danneggiati irreparabilmente anche nella vita professionale.
LA REPUTAZIONE OFFESA DI MARCO PREDOLIN
Immagina di essere un presentatore televisivo di successo amato dal pubblico e ricercato dai produttori. Conduci trasmissioni come “il gioco delle coppie”, “m’ama non m’ama” che negli anni ’80 tenevano incollati al televisore milioni di italiani.
Poi un giorno, improvvisamente, la tua vita viene sconvolta per sempre a causa di una notizia falsa, una fake news come diremmo oggi.
È esattamente quello che è accaduto a Marco Predolin che agli inizi degli anni ’90 si vide apporre l’etichetta di malato di AIDS.
In vacanza a Porto Cervo, Predolin riceve la telefonata di un amico che lo mette al corrente della voce che lo dava ricoverato in fin di vita a causa dell’AIDS.
Addirittura un giornale, la Notte, uscì con la notizia della sua morte.
A causa di quella maldicenza, sapientemente amplificata nell’ambiente, improvvisamente nessuno lo chiamava più e tutte le porte dello spettacolo rimanevano chiuse.
Disperato, provò anche ad andare al Maurizio Costanzo Show mostrando un certificato di sieronegatività, ma non cambiò nulla.
Sulla vicenda Marco Predolin nel 1992 scriverà un libro: “chi non muore si rivede. Una calunnia chiamata AIDS”.
MIA MARTINI…E LA SFIGA
Se Marco Predolin venne accusato di essere malato, a Mia Martini capitò di essere addirittura marchiata come “portatrice di sfortuna”.
Sì, hai capito bene: la sua carriera, e la sua vita, sono state distrutte alle soglie del nuovo millennio per qualcosa a cui nessun uomo razionale può credere!
Fu anche in questo caso la stessa Mia Martini a raccontare la storia ad una intervista ad Epoca datata 1989.
Tutto cominciò, raccontò la cantante, nel 1970 quando al ritorno da un concerto in Sicilia il furgone con il quale viaggiava la sua band ebbe un incidente stradale e due ragazzi che viaggiavano sul mezzo persero la vita.
Alcuni giornali pubblicarono le foto degli spartiti della Martini sparsi sull’asfalto insanguinati e scrissero che non avesse voluto pagare l’hotel alla band.
Era tutto falso visto che in realtà avevano le stanze prenotate e la stessa Martini li pregò più volte di non affrontare il viaggio stanchi e di notte. Ma un impresario che nutriva risentimenti nei confronti dell’artista, sfruttò ad arte la disgrazia per additarla come “portatrice di sfiga”.
Le voci circolarono velocemente e ogni ritardo o contrattempo in sua presenza (comuni nel mondo dello spettacolo) finivano per esserle additati. In poco tempo, nessuno voleva più lavorare con lei e al linciaggio parteciparono anche molte persone che riteneva amici.
“La mia vita era diventata impossibile.
— Mia Martini
Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io. Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi.”
La situazione influì notevolmente sul suo equilibrio mentale e la spinsero a decidere di ritirarsi dalle scene.
Mia Martini verrà trovata morta a soli 46 anni nel suo appartamento in circostanze mai chiarite. Era il 1995…non il medioevo.
COME CONTRASTARE LE FAKE NEWS?
I due casi che ti ho esposto risalgono volutamente a un’epoca antecedente al mondo dei social, ma come puoi vedere gli effetti sono stati ugualmente devastanti per chi li ha ingiustamente subiti.
Anche se, si spera, nessuno di noi nella vita reale è stato oggetto di attacchi di questa portata, sia nella vita professionale che in quella personale non possiamo permetterci che false notizie o credenze danneggino la nostra reputazione.
Essere oggetto di maldicenze è infatti molto comune. Quante volte un collega, un competitor o un cliente insoddisfatto ha fatto circolare notizie false o volutamente esagerate su di te con l’obiettivo di sminuire le tue capacità professionali o addirittura di attaccarti come persona?
Non ho la formula magica per dirti “come affrontare” ogni singolo caso o situazione, ma quello che ho imparato dalla mia vita personale e da casi come questi è che non fare nulla in attesa che la situazione si risolva da sola o contare sul pensiero razionale di chi viene a conoscenza della “fake news” non è la strategia vincente.
Spesso la migliore risposta è quella di agire energicamente contro le persone che diffondono queste notizie arrivando anche alle vie legali nei loro confronti.
Oppure puoi provare ad “inventare” qualcosa di nuovo e così “virale” da far praticamente scomparire ogni notizia negativa, come ad esempio nel caso dell’imprenditore Alfred Nobel su cui ho scritto un articolo.
E tu, sei consapevole di cosa dicono di te le altre persone che conosci? Sei consapevole della tua reputazione?
Hai provato a verificare su Google cosa compare quando si digita il tuo nome?